Tiziana Priori Artista

PUBBLICAZIONI

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Intervista a “Fine settimana con l’arte ”di Laura Gabbiano – Radio 3



Libri:

13×17 Philippe Daverio e Jean Blancheart casa ed. Rizzoli
“Donne e l’arte di diventare se stesse” di Consuelo Casula ed. Franco Angeli
Jean Cocteau collezione Uroburo di Mauro Carrera ed Elena Fermi – ed.Uroburo

Libri d’artista Biblioteca Braidense, a cura di Susanna Vallebona Brera, Milano

Libri d’artista nella Biblioteca Cantonale di Lugano, a cura di Carminati

DI LEI HANNO SCRITTO

Michela Cattai, Antonella Prota Giurleo, Silvia Agliotti, Francesca Bianucci, Chiara Cinelli, Elda Fezzi, Mario Ghilardi, Anna Maria Speroni, G.Biagi, Ermanno Krumm, Francesco Cascino, Ruggero Maggi, Cristina Malacarne, Roberto Plevano, Simonetta Pancera, Fanca Bernardini, Laura Dago, Gino Gini, Angelo Sperone, Michela Moro, Filippo Rossi, Morena Ghilardi, Cristina Santoro ,Grazia Chiesa, Clara Carpanini, Rosanna Lucchini, Donatella Meneghelli, Jon Scotta, Silvia Venuti,Viola Lilith Russi, Laura Gabbiano, Paolo Campiglio, Matthew Brace, Ferdinanda Mormando, Marco Tomasini, Chiara Girardi, Guido Curto, Cristina Trivellin, Gabi Scardi, Valter Rosa, Tiziana Cordani, Mario Borgese, Katia Bernuzzi.

TESTI CRITICI

Terra/Arret Meditazioni cromatiche intorno alla leggerezza della coscienza di Tiziana Priori

L’acqua di Talete, il fuoco di Eraclito, l’aria e la terra: sono elementi da cui tutto proviene per i filosofi presocratici; principi elementari, capaci di fare ordine nella misteriosa trama dell’universo, di svelare l’unità sottesa dietro la molteplicità convulsiva degli eventi, là dove la materia e la coscienza sono inseparabili e interconnessi. L’anomala coppia Terra e il suo nome scritto al contrario è il presupposto d’investigazione emotivo-visiva di Tiziana Priori, per dare forma all’informe, un’invenzione di un “globo” immaginario, di un Tibet interiore, come scrive l’autrice in una poesia, risolto in una pittura leggera come l’aria luminescente, fluttuante nel Cosmo, che trascende il mondo fisico, dai colori vibranti, trasparenti, ipnotici che cartografano centri propulsivi di energia vitale. L’autrice è riconoscibile per la sua pittura aniconica, lirica, “spiritualista”, erede di Kandinskij e di Jung, che associa colore, gesto, tatto e forma al simbolo, capace di evocare paesaggi dell’anima e passaggi emotivi in bilico tra arte e trascendenza, con i colori primari della terra, le gradazioni di blu oltremare, le sfumature di giallo ocra, di arancione, le tinte calde dello spettro visibile, i verdi dei paesaggi tropicali e l’azzurro intenso degli oceani e del cielo. Questi e altri aspetti di una realtà sfuggente, emotiva, determinata da saturazioni e luminosità cromatiche, onde, correnti, filamenti e stratificazioni materiche che tracciano flussi di energia. Per Tiziana Priori, la meditazione, l’approfondimento delle filosofie orientali, in particolare del buddismo, e lo studio degli influssi planetari sulla nostra esistenza, attraverso il colore inteso come forma di preghiera visiva e materia terapeutica, sono lo yin e lo yang del suo lavoro da oltre un decennio e la sua ricerca di armonia interiore. I suoi pigmenti sono tramite di meditazione e preghiera, conduttori di energia, tracce, segni di un viaggio intorno agli stadi di percezione del colore come fenomeno che non riguarda solo la vista ma anche la coscienza. Priori dipinge ”tracce, solo segni di una commozione che va oltre l’essere” – lo scrive in una poesia –, in silenzio, di giorno, per cogliere l’intensità di luce dalle finestre del suo studio, per “posare lo sguardo” sui colori e mettere a fuoco misteriosi paesaggi, visti e “sentiti” tra una meditazione e un viaggio a Mauritius, con le sue sette terre di colori diversi, alle Maldive, in Sardegna, nelle Puglie e altri paesaggi straordinari, insieme a immagini della Terra fotografata dai satelliti trovate in internet, documentari sul nostro Pianeta, unica “patria”, per il momento, dove continuiamo a sentirci padroni piuttosto che ospiti come dovremmo. Riflettendo sulle possibili etimologie della parola “colore” – in latino color, da calore, calor – non sfugge l’immediata connessione al mondo delle emozioni, passioni e sensazioni. Il tema del collegamento tra l’uso del colore e le emozioni è stato già affrontato in età classica e rilanciato poi nel Medioevo, quando vengono rilette le antiche teorie sull’imago agens, ovvero l’efficacia delle immagini pittoriche nell’impressionare gli spettatori. Per l’autrice, il colore non si riduce alla descrizione dei meccanismi neuro-fisiologici impliciti nella visione a colori, ma corrisponde anche a una “ricostruzione” di un mondo di percezioni sub-atomiche dove l’io e l’altro, l’immaginazione e la memoria, si ricongiungono nell’unità del molteplice. Le peregrinazioni di Tiziana Priori intorno al tema della “Madre Terra” incominciano nel 2000, all’alba del nuovo secolo, nell’era globale senza confini, ma con queste nuove opere dipinte per questa mostra – “Terra/arret”, “Terra quantica”, “Vibrazioni blu”, “Profondità”, “Schegge di pianeta” – su carta nepalese e una serie di libretti di meditazione, dove al colore si affianca un aforisma, una frase o una poesia, l’intenzione è di invitare lo spettatore a riflettere sul valore del nostro Pianeta e sulla nostra vita inscindibile dalla Terra. Sappiamo che la visione è un’esperienza complessa, sempre sinestetica; eppure lo stupore si rinnova posando lo sguardo sulle sue nuove opere ambientate in uno spazio bianco, irrorato dalla luce naturale, dai colori opalescenti che sembrano catturare “probabilità” quantistiche che noi percepiamo come Terra: bolle di energia, radiazioni cosmiche, percezione di profondità degli abissi, filogenesi, ontogenesi immaginate dalle tonalità luminose, sature e diafane insieme, calde come il rosso, l’arancione e il giallo, rigeneranti perché associate a sensazioni positive. I suoi verdi e i blu, descritti come colori freddi e rilassanti, miscelati con altri pigmenti, stratificazioni materiche dal valore tattile, sondano con leggerezza il mistero della vita, protetto da un alone di energia. La pittura dell’autrice elabora il colore con elementi rituali impliciti in ogni religione e civiltà antica e moderna. La Terra, nella parola letta al contrario “arret”, che nella lingua francese significa fermarsi , si appella a un linguaggio cromatico per vocazione trascendentale; invita a riflettere sulle proprietà dell’ambiente, sulle relazioni tra l’uomo e l’ambiente, spirito e materia; trasforma in visioni moti del pensiero che il colore stesso induce a immaginare, attraverso contrasti, sfumature, cambiamento del gesto di una pennellata, di posizione, dimensione e direzione, per veicolare un’intensa percezione di energia vitale nell’opera pittorica. I suoi paesaggi cromatici tracciano una soglia cromatica dell’infinito come traguardo del nostro spirito, alla ricerca dell’origine. Nel profondo della terra, sopra l’orizzonte, Priori visualizza percorsi mistici per accostarci al nucleo incandescente del globo. Quando la luce entra nei suoi colori, penetrando gli spazi impercettibili tra una pennellata e l’altra, dirette o increspate, strato dopo strato, la profondità si dissolve nell’astrazione. Questo magmatico, evanescente sguardo sul colore come viatico di elevazione per Tiziana Priori è l’orizzonte ermeneutico di un personale sentiero di conoscenza, dalle premesse universali, perché noi siamo parte della Terra, e l’arte, attraverso i colori delle sue opere, mistici e poetici insieme, introduce meditazioni intorno all’umano – corpo, anima e spirito – senza rappresentarlo, indicando stadi di elevazioni e illuminazioni dell’anima, percezioni di regni spirituali sopiti sotto la coltre della ragione.
Jacqueline Ceresoli

Tiziana Priori Meditazione per Gea

Un tempo gli amanuensi vergavano le loro glosse sui fogli di pergamena degli antichi codici. Data la preziosità e la rarità dei manoscritti, le note esegetiche dei glossatori erano destinate a sovrapporsi negli anni. Chi prendeva possesso di un determinato testo poteva infatti intervenire sulle pagine, lasciando un segno della propria interpretazione. Così facendo, i volumi si riempivano di appunti a margine, strati su strati di osservazioni eterogenee, sedimentazioni di pensieri, depositi intellettuali di riflessioni e insegnamenti da consegnare al futuro, a una pluralità di lettori impegnati a sfogliare ogni libro autografo. Tiziana Priori conosce bene il tema della stratificazione, la sua virtù semantica, il suo potere pedagogico. Ciò che facevano i chiosatori con gli inchiostri, lei lo fa oggi con i pigmenti. Un lavoro claustrale la vede stendere colori come riserve minerarie, tracce di una vita passeggere cristallizzata nella terra, reperti fossili di una esistenza consegnata alle rocce. Creatura meditativa, artista dallo sguardo profondo e la mano leggera, Tiziana Priori insegue l’anima di un sapere universale raccolto in pagine di carte nepalesi pressate artigianalmente, superfici diafane ma resistenti, arrivate dalle pendici dell’Himalaya, rubate alle cortecce dei lokta, piante generose che hanno nutrito arcaici testi di legge o di fede. Oggi nutrono i messaggi irenici di un’autrice che si interroga sul destino del mondo, che fa dell’arte una forma di rito, di mito, di orazione; orchestra ingredienti naturali con circospezione sciamanica, costruisce percorsi iniziatici, tragitti ascensionali, climax cromatici che elevano lo spirito verso le vette dell’assoluto. Ma questa sublimazione dei sentimenti parte sempre dalla stessa terra da cui sono sbocciati i lokta e che ha partorito i pigmenti, le clorofille delle piante superiori, delle radici, dei licheni, delle foglie del tè. Se la pittura di Tiziana Priori è un’offerta salvifica ai misteri del creato, la natura è la regola che guida il gesto del saggio. Le sue stratificazioni hanno il valore ascetico di un mandala, dei tomahawks dei pellerossa, delle danze dei boscimani, ma hanno anche il valore estetico di un’immagine aniconica, erede ideale delle importanti correnti aniconiche che hanno segnato il panorama dell’arte in Europa e oltreoceano dal secondo dopoguerra in avanti. Come diceva Paul Klee, per giungere a forme astratte non si può prescindere dai ricordi. La struttura delle cose, di cézanniana memoria, resta l’origine per intrecci di forme pure. E gli faceva eco Picasso con la sua massima lapidaria: «l’arte astratta non esiste. Bisogna sempre partire da qualche cosa». Tiziana Priori parte dalla terra. La friziona fra le dita mentre studia le sue mappe, raschia dirupi come fossero graffiti rupestri, semina vento, issa insegne totemiche su planisferi fragili, varca regioni senza confini. Una geografia emozionale la conduce sui sentieri del globo, da nord a sud, dai deserti di sabbia abbacinante al ghiaccio del polo che si spacca con ululati striduli. La terra per Priori è, allo stesso tempo, spazio e materia. È il luogo dello spirito, ma anche la sostanza di un linguaggio che traccia linee e campiture sulla pelle della carta, incide orizzonti rocciosi, il fluire dei fiumi, il creparsi del suolo congelato sotto l’effetto di un calore anomalo e iniquo. L’ultimo lavoro è, non a caso, un inno alla custodia consapevole di un equilibrio climatico, dove il distacco tragico di Larsen C dalle coste dell’Antartide diviene simbolo di un futuro minacciato dall’incuria. Il messaggio che viaggia in sottotraccia è quello di un rispetto per le risorse del pianeta. I modi espressivi che lo veicolano attingono alla lezione della Color Field Painting americana, al potere evocativo del monocromo, al senso mistico della luce, all’azione pittorica spinta verso una dimensione spirituale, in un sfera contemplativa universale, metafora di trascendenza e illuminazione.
chiarabgatti© - settembre 2017

PENSIERI DIVERSI

Tiziana Priori mi parla della sua ricerca artistica e delle opere più recenti: “L’arte per me è un cammino di conoscenza interiore … Sono meno interessata al discorso estetico rispetto al contenuto e al mio percorso spirituale evolutivo. Negli ultimi anni ho anche realizzato opere col coinvolgimento di altre persone come Vidya, un’installazione dove espongo fogli scritti e un video registrato nell’arco di una giornata in via Padova a Milano (con il patrocinio di viapadovaèmegliodimilano) attraverso cui, nello spirito della multiculturalità, ho raccolto interviste e dichiarazioni scritte, nelle lingue più diverse, intorno a concetti quali ‘saggezza’ e ‘consapevolezza’. Invece in Sapientia, esposta alla Galleria Blanchaert a Milano, m’interessava quella grande onda di energia scaturita dalle 200 fotografie arrivate per e-mail da 80 artisti di varie zone d’Europa: una grande performance nel tempo e nello spazio dove tutti hanno scritto la parola Sapientia sulla neve in modi creativi e originali”.
La nostra conversazione prosegue su quello che Tiziana intende realizzare per questa occasione, accanto al riallestimento di lavori recenti:
“Nella mostra al Museo Diotti ho voluto dipingere un planisfero come se sentissi l’energia del pianeta e anche la sua sofferenza: non si tratta di un’opera meramente pittorica, perché trova il suo completamento nel rito dei 12 piccoli mandala, ciascuno dei quali nasconde una formula propiziatoria per creare buona energia, una parola magica, un elemento augural… insomma una preghiera per la Terra. A queste Meditazioni per Gea concorrerà poi il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole con la realizzazione di un mosaico-collage attorno a una grande sfera. Ci sarà anche il video sui pianeti – Solo tracce (2000) – che è una meditazione dal sapore ipnotico per un viaggio interiore, e infine il video che raccoglie varie espressioni artistiche (comprendenti la musica e la danza) e in particolare le macro-scritte nel verde naturale di giardini e parchi dove, da qualche anno, semino parole di saggezza: Sophia, Phronesis, Sophrosyne…”.
Rilevo che da tempo immemorabile gli uomini curano la terra piantando e seminando e che, da questo punto di vista, l’operazione di Tiziana, con la sua nuova arte dei giardini volta a seminare parole e concetti, pare ribadire, nella sfera magico-simbolica, lo stesso principio dell’aver cura. Mi piace pensare al suo lavoro, quando le parole vegetali saranno cresciute e ormai dissimulate nel verde, come ad un invito a scoprire tutta la sapienza che è nascosta in ogni forma della natura. Mentre ascolto l’artista, avverto però istintivamente il bisogno di rapportare il suo mondo sciamanico ai miei differenti parametri di critico e studioso d’arte. Mi viene incontro innanzitutto il colore intensivo dei suoi lavori: fonte primaria di energia e al contempo sedimento, traccia. Un colore posato, più che dipinto, sulle sue carte speciali e che talvolta riveste forme spaziali, un colore che non aspira all’informe – come scrive giustamente Tiziana Cordani – ma che viene prima della forma. Mi pare, in tal senso, che la sua ricerca accosti molte esperienze della contemporaneità, cercando però una più lontana parentela con A new method of assisting the invention in drawing original compositions of lanscape (1785) di Alexander Cozens, un metodo per comporre paesaggi inediti, quasi per magia, stimolando l’immaginazione attraverso l’osservazione delle macchie.
Tiziana Priori ha scritto e fatto scrivere sulla neve, ha penetrato la materia apparentemente inerte e la doppia elica della vita (Milano, Spazio Guicciardini, 2009), rendendo visibile l’invisibile.
Prima o poi mi aspetto che, a un suo cenno, le nuvole del cielo disegnino una nuova Terra.
Valter Rosa

TIZIANA PRIORI. MEDITAZIONI PER GEA

Ad un osservatore superficiale la maggior parte dei lavori di Tiziana Priori potrebbero sembrare l’ennesima sperimentazione informale, ove non ponesse attenzione a due elementi fondamentali ed indicativi della loro reale essenza: la materia ed il colore. Che alla materia l’artista sia, sin dall’infanzia, condotta a prestare una non saltuaria attenzione è, almeno in parte, conseguenza dell’essere figlia di Ercole, scultore cremonese di vivido ingegno, il quale seppe unire conoscenza, invenzione e disciplina tecnica, traendo dalle diverse materie la forza espressiva più robusta e vibrante. Non a caso, quindi, nella esperienza artistica della figlia Tiziana si insinua con qualche frequenza la necessità di sperimentare esiti tridimensionali, che talora assumono connotazioni realistiche, attraverso la simulazione del reale prodotta grazie a materiali esistenti in natura e ad interventi pittorici.
I materiali, quindi, dapprima gioco infantile, sono ora mezzo d’espressione e fanno parte del bagaglio, in parte nativo ed in parte costruito da Tiziana nel corso degli anni e delle esperienze artistiche, attraverso le quali ha modulato il suo personale ed originale percorso espressivo, utilizzandoli sia come protagonisti che come elementi complementari e di sostegno.
Alle scelte ed agli utilizzi dei supporti, intrinsecamente necessari e quasi propedeutici al tema, non è estranea né la sensibilità personale né l’interesse dell’artista per filosofie e culture che collocano al loro centro il rapporto con il mondo naturale, andando a costituire una cultura multiforme, risonante di altre storie e saperi e di altre e diverse istanze.
Dall’Oriente sono giunte le conoscenze che dettano le scelte espressive attuali: carta nepalese a base vegetale, lavorata a mano, corde intrecciate di materiali naturali, e poi ferro, oro, resine… la materia è presenza che suggerisce e che offre una sorta di terreno vergine sul quale, e dentro il quale, incidere il segno o far depositare il colore.
Pur incontrando spesso, ad un primo sguardo, stesure monocromatiche, non si tratta di una sola tinta in campo, bensì di una variegazione di sfumature che agiscono per gradi entro una gamma cromatica, quasi fossero composte in una scala armonica. Si dispiega quindi un ventaglio di tinte, scelte entro tre tracce fondamentali: i rossi, gli azzurri, le terre. Nulla di casuale nemmeno in questo caso: aria e acqua, terra, fuoco, gli elementi costitutivi e primigenii, rinascono in variegate sintonie dal crogiuolo di esperienze illuminanti ed evocative: gli elementi archetipici, nella loro non forma iniziale, si collocano nello spazio creativo e lo riempiono di energia attraverso la presenza non formata del colore che dialoga con lo spazio in vibrazioni e modulazioni diverse.
Non formata, quindi, più che informale è la scrittura adottata da Tiziana Priori, in una, apparente, forma spontanea, attraverso la quale pare volersi trasmettere la visone di una subitanea istantaneità, di una insondabile risonanza energetica che si propaga attraverso, e non grazie, alla materialità creata da una sorta di simulacro, questa volta forzatamente iconico, della creazione.
Culla, pagina o barca, la forma che viene data al supporto cartaceo o ligneo diviene, suo malgrado, un contenitore suggestivo, il quale dice di sé e di ciò che contiene più di quanto non appaia: emersione dal magma informe, detersione dalla materialità, immersione nella naturalità, acquisizione dinamica del cambiamento. Accade talora che l’incontro tra materia, colore e invenzione artistica sviluppi trame di segni, proponga modularità ascensionali, declini suggestioni di forme anche note, inserendosi in un processo di ricerca e di studio che è costantemente in evoluzione e che, pur conservando echi perfettamente individuabili nell’ambito delle filosofie orientali, si arricchisce di cenni sciamanici e di interessi contemporanei nell’ambito della informatizzazione, mettendo in gioco una pluralità di linguaggi, talvolta affrontata con leggero e spigliato senso ludico.
La libertà espressiva dell’artista, pur essendo sfiorata in qualche caso da vibranti brezze liriche, forse involontarie ma certo nate da una spiccata sensibilità emozionale, conserva, soprattutto in questa sua produzione recente, un attento sguardo sulla contemporaneità: Meditazione per Gea è, quindi, il risultato di una ricerca intensamente partecipata di quegli aspetti e di quelle inquietanti realtà che hanno deformato, lordato e confuso la realtà naturale, conducendo Gea, la Madre Terra, che è anche archetipo femminile, alla rivolta ed all’annientamento. La deformazione e la violenza cui Gea è quotidianamente sottoposta impongono la coscienza, la conoscenza e la ribellione nei comportamenti: ogni azione, e l’arte è anche questo, essendo pensiero in atto, agendo sull’immaginario comune, costringe le coscienze a farsi carico del male di Gea, ad intervenire, a combattere affinchè Gea possa sopravvivere ai suoi stessi figli, ritrovando la sua generosa, materna bellezza.
Tiziana Cordani

Meditazioni per Gea

Nell’arte di Tiziana Priori – sia nelle carte che nei libri d’artista e nelle installazioni sonore – sembrerebbero poter convivere due anime (artistiche, ovviamente) e comunque si riscontra ogni volta il piacere di sperimentare.
È un dualismo che ignora i contrasti, formali e concettuali, e anzi si nutre della complementarietà e della relatività, della trasformazione continua di materiali e memorie, nell’incessante ricerca di un’armonia.
Innanzitutto c’è un’anima materica, quella istintiva, coltivata dall’artista nel corso degli anni nella solitudine dello studio. Da tempo essa viene affidata, nell’atto creativo, a grandi carte nepalesi colorate e, complice la sovrapposizione dei materiali, finisce per strutturarsi tridimensionalmente nello spazio. In queste opere, negli ultimi tempi, all’armatura ferrea che le sosteneva è subentrata la cucitura in corda, senza tuttavia compromettere la plasticità dell’insieme e il necessario dialogo con la parete. Dopo essere state dipinte, le grandi carte vengono piegate a formare costruzioni fluide e asimmetriche, di un certo spessore, ove risuonano memorie antiform e processuali che le distanziano dalla sequenze paraminimaliste di un tempo, quando le più sottili carte colorate venivano ancorate a parallelepipedi in ferro. Un analogo allentamento si riscontra nella sfera cromatica: le focose accensioni del rosso e del giallo, in passato dominanti, cedono alle vibranti gradazioni del blu e del verde e alle valenze spirituali del bianco.
Persiste l’attitudine verso una dinamica sovrapposizione, che infine giustifica la frequenza tuttora alta, tra i titoli delle opere, del termine “stratificazione”.
A quest’anima più antica della poetica di Priori si è affiancata, solo negli anni più recenti, un’anima di segno concettuale-relazionale, ugualmente protesa verso la terza dimensione e ancor più pregna di spirito ludico. Scaturita dall’utopico desiderio dell’artista di poter seminare “saggezza” sul nostro pianeta mediante il linguaggio dell’arte, questa seconda anima di Priori si è espressa in alcune macroinstallazioni dedicate al termine “saggezza”, alle sue varianti e ai suoi sinonimi: “Sophia”, “Phro’nesis”, “Sophrosine”, “Vidya” e altri che a breve seguiranno. Si tratta di installazioni realizzate nello spazio pubblico e – ciò che più conta – con il concorso della collettività e con l’esclusivo utilizzo di materiali naturali, ecologici e corruttibili. L’artista si offre come guaritore della terra, innescando una sorta di rito sciamanico. Nel progetto “Sapientia”, legato alla neve, sono stati coinvolti ottanta artisti operanti in varie zone d’Europa, mentre il più recente “Vidya” ha visto la partecipazione di numerosi extracomunitari residenti in via Padova a Milano. Quanto ai materiali, si tratta di materiali legati al movimento ciclico del sole e al ritmo delle stagioni (terra, muschio e semi), materiali espressi spontaneamente dal luogo d’azione (la neve), materiali evocanti il concetto rappresentato (la piantine di salvia, dalle antiche virtù curative).
Questa forma di costruzione pubblica dell’opera evidenzia la maturazione nell’artista di una capacità relazionale nuova e della sua canalizzazione nel compimento di un lavoro su scala ambientale. Tuttavia, terminato l’evento, riemerge con forza il bisogno di recuperare il proprio isolamento creativo e di ritornare alla carta e al colore nel chiuso del proprio studio. Il piacere della scoperta e del gioco, l’aspirazione a una sorta di simbiosi cosmica, l’identificazione panica con una natura vissuta come fonte ineguagliabile di emozioni sperimentate durante la meditazione, e infine il costante tentativo di contenere queste energie geologiche per suscitare in altri la stessa meraviglia sono le ragioni che hanno condotto Tiziana Priori, nel suo ormai lungo cammino artistico, a sperimentare materiali diversi (carta nepalese, corde, ferro, legno, marmo, resina, cemento, colori acrilici) e ad ampliare continuamente i propri confini culturali e formativi, esplorando discipline sconosciute.
Siamo quindi di fronte a un movimento perpetuo alla ricerca del Sé, che si pone a fondamento di una poetica essenzialmente astratta (anche nella recente deriva digitale). Una poetica ciclicamente sconfinante dal perimetro del quadro e dal limite della parete, ma fortemente coesa nel suo completo svolgimento.
L’approdo di Tiziana Priori a queste forme linguistiche è comunque l’esito di un complesso percorso di maturazione professionale. Fu la frequentazione di Alik Cavaliere all’Accademia di Brera a spingerla a “tradire” la via della figurazione fremente ed energica ereditata dal padre Ercole, noto e longevo scultore cremonese che nel corso del Novecento lasciò numerose testimonianze nella città natale (senza dimenticare, sullo sfondo, la geniale figura del prozio di Tiziana, Alceo Dossena). Nelle aule braidensi la giovane artista avviò un processo di semplificazione formale che era in sintonia con le tensioni analitiche e minimaliste dominanti negli anni Settanta, accompagnandolo con una sensibilizzazione materica e coloristica che avrebbe poi sempre connotato il proprio linguaggio.
Nel frattempo Tiziana Priori aveva intrapreso un nuovo iter introspettivo, trascurando deliberatamente la preoccupazione di produrre oggetti e riesaminando invece a fondo la propria sfera emotiva e relazionale. L’esperienza della meditazione e dello yoga, supportata dallo studio della numerologia e dell’astrologia (quest’ultima mediata dalla lettura appassionata degli scritti di Jung, coltivata fin dall’adolescenza), sviluppò in lei una più fondata consapevolezza del ruolo del processo creativo in quanto affermazione incontrastata di vitalità e in quanto tensione verso l’ascesa (frequenti sono le immagini della scala e della salita). Né mancarono incursioni nel campo della genetica, con la sequenza di opere dedicate al DNA, intitolata La doppia elica della vita.
Tali convinzioni ebbero quindi un seguito nell’arte terapia, potenziando il concetto di vibrazione del colore e arricchendo le opere di significati esoterici. Parallelamente, si affacciò la curiosità verso i miti e i riti di antiche civiltà, dalle pitture rupestri, agli indiani del Nord America, agli artisti tibetani. Tiziana Priori rafforzò in tal modo una visione meditativa di estrema essenzialità e purezza, bilanciando ogni volta impulso e controllo, emozione e contemplazione, trasparenza e spessore, colore e struttura.
Sono illuminanti le parole dell’artista: “Il concetto di contrasto dei materiali legati allo yin e allo yang mi è parso più nitido soltanto dopo l’esperienza di meditazione “vipassana” che ho compiuto nel 1990 con il maestro John Earl Colemann. Una vera e propria esperienza di carattere alchemico, durante la quale ho potuto scoprire che il linguaggio astratto è maggiormente in sintonia con un percorso interiore alla ricerca del Sé profondo e della connessione con l’Universo”.
Le sue figure divennero sempre più asciutte, quasi totemiche, e negli anni Novanta si fissarono definitivamente in singole pennellate ordinatamente accostate l’una all’altra, su carte intelate di vario spessore. Fu l’ingresso nel mondo dell’artista di una serialità rigorosa, che annunciava le strutture sequenziali su supporti in ferro degli anni a venire. Il recente superamento anche di quella fase ha condotto, come si è detto, alle opere di oggi.
Tuttavia i colori non cessano di richiamare quelli di Mark Rothko, Gerhard Richter e Yves Klein, tre artisti che Tiziana Priori considera fra i suoi maestri ideali, tre grandi innovatori della pittura astratta, nella perenne tensione a superarne i limiti. E pure l’immaginario da esse evocato è ancora un misterioso paesaggio interiore, tra il susseguirsi di anfratti e sporgenze rocciose e l’ininterrotta distesa di un magma denso e viscoso.
Sara Fontana

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Una pittura aniconica, fatta di segni espressivi che comunicano emozione, emozione allo stato puro,al massimo grado. La pittura di Tiziana Priori rifugge la contingenza, e, di contro alla difficoltà odierna di dar voce ai sentimenti profondi, colloca la componente sensibile nel proprio centro; tende ad esprimere il nodo germinale da cui si sviluppano pensieri ed emozioni, invitando ad una risposta immediata.
Tiziana Priori muove nel solco delle ricerche di quegli artisti informali che, come Rothko, hanno indagato il rapporto tra arte e trascendenza attraverso l’attribuzione di un valore assoluto al colore. Nei suoi quadri i colori primari, della terra, le tinte calde dello spettro visibile,come il prediletto rosso carminio, l’ocra zafferano, i colori scelti tra quelli osservabili in natura, come i verdi della vegetazione, i blu del cielo e dell’acqua, miscelati attraverso gestuali gradazioni di chiarezze, esprimono l’urgenza, il flusso vitale, la forza di un pensiero a-logico, di un impulso originario.Le tracce materiche, come densi frammenti narrativi che del contesto di provenienza trattengono l’energia, rappresentano un’allusione, un nesso, agli elementi incontaminati della natura.
Dopo gli anni 70, caratterizzati da sperimentazioni artistiche diverse, Tiziana Priori si dedica per un lungo periodo alle tecniche di approfondimento e di ascolto, all’introspezione e allo yoga, alla meditazione buddista, allo studio delle energie degli influssi planetari, addentrandosi nell’analisi del ruolo fondamentale che la pittura e il colore hanno avuto sempre, in ogni civiltà e in ogni religione.
Dal silenzio espressivo di quegli anni, l’artista esce dopo un decennio circa, avendo riconosciuto alla pratica artistica un potere terapeutico. In una attività creativa spontanea, che si liberi dalla necessità di rispondere al reale per essere più vicina all’emozione, Tiziana Priori individua la possibilità di un arricchimento sensoriale, percettivo, emotivo. Attraverso l’arte è possibile smarrirsi, andare alla deriva, abbandonando i percorsi prefissati.
L’arte autorizza il recupero dl gioco come strategia liberatoria, come “détournement” che consente una riappropriazione del mondo secondo una dimensione personale.
L’artista si muove così sulle tracce dei primitivi autori di pitture rupestri e degli affreschi pompeiani, degli artisti tibetani, dei buddisti dell’India e degli indiani animisti del Nord America.
Nell’intento di recuperare la dimensione archetipica, le forze primordiali e formative della natura, la sua opera risuona di un’intensità emotiva carica di connotazioni spirituali. Sono quadri evocativi, di un cromatismo vibrante, in cui, a tratti,par di riconoscere i paesaggi rocciosi,le cascate d’acqua scrosciante, il rosso intenso di un vulcano attivo.
“Lave infuocate, magma incandescente, rocce, grotte, formazioni dell’inconscio”, scrive l’artista “Stendo segni che mi portano ad un gesto come un rito per scoprire memorie antiche”.
Il suo lavoro prende le mosse dalla consapevolezza delle zone d’ombra che ancora richiedono di essere illuminate, di una conflittualità intrinseca all’esistenza. E la tensione sensibile nel modo in cui Tiziana Priori tratta il segno, è anche più evidente nella sua scelta di abbinare i dipinti, realizzati su delicate carte nepalesi fatte a mano, con supporti di ferro che possono prendere forma di una scatola, di un totem o di una scala composta da sette gradini iniziatici: simbolo esplicito di ascesa, di progresso, di percorso arduo ma appagante nell’ambito del quale la tensione conoscitiva è tanto importante quanto l’ armonizzazione degli impulsi.E’ così che molte sue opere si addizionano di un dinamismo, di un’attitudine a guidare lo sguardo, ad imprimergli una spinta verso l’alto, mentre i segni si sovrappongono con il risultato di rendere tangibile l’idea di un nucleo emotivo primigenio, ancora inespresso, contenente in sé infinite possibilità di sviluppo.
Gabi Scardi

NUTRIRSI DI BLU

La ricerca artistica è da sempre per Tiziana Priori un lavoro d’iniziazione profonda e sviluppo della consapevolezza del Sé. E “Nutrirsi di Blu”, la mostra presentata allo Spazio MyMicrogallery s’inserisce in questo percorso, ed è nata come necessità di riflessione sul tema del momento, ovvero il nutrimento del Pianeta, sulle strategie alternative per garantire a tutti gli esseri un nutrimento dignitoso, al di là della logica del profitto. Il mare può essere un grande serbatoio di cibo del futuro, le alghe e altre creature marine possono diventare i nostri migliori alleati in quanto a sopravvivenza sul nostro Pianeta.
Poi questa indagine ha trovato respiro e senso in ciò che va oltre l’argomentazione delle risorse in quanto l’arte è presenza eterna, volontà di processo creativo che abita i territori dell’anima.
Tutto ciò che è materiale ha un inizio e una fine perché legato al tempo e allo spazio, e ciò che va oltre questa soglia fenomenica si pone come anelito umano verso l’assoluto. Il confine, il qui ed ora e l’altrove, l’immensità e la finitezza, sono tutti temi presenti in questa mostra dove il mare è comunque il grande motivo ispiratore. Tiziana Priori invita a cibarsi d’infinito, a immergersi in una sensibilità universale e omnicomprensiva. Il blu è il colore del vuoto, è uno spazio dove vibrano campi di energia e che ha nella coscienza umana il suo centro propulsore e stabilizzatore.
Nutrirsi di Blu, del colore dell’Amore Cosmico, del colore dello spirito significa accedere allo spazio della sensibilità e purezza del cuore. In particolare il pensiero va a “La meditazione per Gea”, un’opera “preghiera”, un esempio poetico, dove si manifesta la visione della madre terra che tutti accoglie, una madre che nutre con amore i suoi figli, che ha cibo in abbondanza per tutti. È una sorta di ritorno all’Eden leggendario, dove il blu è veicolo di trasformazione dell’ego, dell’energia vera, vitale e pulsante che attraversa il corpo e la mente. L’Arte per Tiziana Priori è sempre rituale di riappropriazione del nostro Sé. Nutrirsi di blu è un rito di purificazione senza tempo. E non significa solo purificare, ma anche come il battesimo, immergere, permeare e poi alla fine saziare quella fame di creatività di tutti gli esseri liberi che desiderano evolversi.
Stefania Carrozzini

DOVE LA MATERIA SI FA PENSIERO

Dove la materia si fa pensiero ricama trame di mondo. Fluttuano, soggiornano nell’invisibile pensieri indicibili sospesi nel nulla e accordano spazi a insondabili silenzi verso un orlo di mondo. La vibrazione primordiale si espande e si diffonde progressivamente per trasformarsi in pietra e in carne e investe ogni forma creata.
Sostanza primordiale primigenia, soffio vitale, ritmo, suono, colore, tempo e spazio. Qui nulla è profano, tutto è sacro. Cosmo e sostanza sono evocati nelle stesure semplici nell’impasto corposo. Increspature declinano sul foglio, tra le pieghe del supporto vegetale, e delineano orizzonti di senso. La nostra Tiziana apre ad un colloquio sciamanico con la natura ed instaura una esperienza di pensiero tale per cui si possa raggiungere l’essenza delle cose. Dunque poesia e mistero. Una immagine poetica sfugge alle ricerca di causalità.
La novità essenziale dell’immagine poetica pone il problema della creatività. Attraverso la creatività la coscienza immaginante si trova ad essere, con estrema semplicità ma anche con una estrema purezza, un origine. Lo spazio colto dall’immaginazione non può restare uno spazio indifferente; esso deve essere vissuto con tutte le possibilità dell’immaginazione. La nostra anima è una dimora. Essa è davvero un cosmo e al pari del fuoco, dell’acqua, della terra e del Dio, ci permetterà di evocare nel corso della ricerca, bagliori di sogno e attraverso quelli le diverse dimore della nostra vita si compenetrano e conservano i tesori della nostra esperienza. Dunque, quando a parlare è un poeta, nel nostro caso, una pittrice, si avverte quel retentissement che porta all’essere l’energia di una origine.
Mario Borgese

Tiziana Priori, cremonese, da anni stabilita a Milano,..sceglie preziose carte nepalesi, fatte a mano con vegetali, e le appende a telai di legno oppure a strutture di ferro. Il principio rigido e architettonico del metallo si oppone alla morbidezza setosa e femminile del materiale cartaceo. Le pagine della Priori sono come un discorso a puntate…
Ermanno Krumm - Corriere della Sera – 23 aprile 2000

Solo-tracce

Con questa sua ultima personale Tiziana Priori dichiara le radici profonde della sua estetica e del suo fare artistico.Il pensiero e la spiritualità orientale costituiscono la evidente premessa , la base etica sia dei dipinti “stratificati” su carta nepalese, sia soprattutto della installazione realizzata appositamente per questa mostra Entrando in galleria ci si imbatte, infatti, in un ‘alta e sottile scala in ferro, nella quale ogni gradino è realizzato in carta dipinta, come fosse un quadro.La struttura fatta di due lunghe aste metalliche, esprime un’evidente idea di salita, di ascesa verso una dimensione superiore, una tensione addirittura ascetica verso un’altrove, raggiungibile con grande difficoltà, e non da tutti.
Prova ne sia il contrasto determinato dalla materia costitutiva dell’opera: le sbarre di ferro, resistenti e dure, legate da fragili fogli cartacei, tanto che l’ascesi sembra agevolata dalla pratica lenta e meditativa della pittura, quasi riferimento autobiografico. Alla base un sottile strato di sabbia bianca sparso in modo da formare un cerchio, uno spazio sacro, solcato da segni spiraliformi e impronte evanescenti di un’icona scultorea di Budda.
Tutte le opere esposte, anche il video che appare come un insieme di forme pittoriche in movimento, possono essere apprezzate in chiave squisitamente formale, puro visibilista, senza richiedere necessariamente una lettura iconografica. I dipinti valgono di per sé, al di là delle simbologie cripticamente sottese, e sono autonomi esercizi di pittura virtuosisticamente post-informale, giocati sul rapporto tra la materia del supporto cartaceo e quella dei pigmenti stesi e stratificati, con estrema, raffinata cura, tanto da ricordare certi fondi Chagalliani per le evanescenti “ nuance “ cromatiche. Anche la scala e il cerchio di sabbia hanno una intrinseca eleganza strutturale che non necessita di una ermeneutica per essere apprezzata. E’ la stessa ambivalenza presente in certi lavori di Arte Povera e ambientale.
Guido Curto Presentazione personale “Solo-tracce” – ottobre 2000

Affascinante la mostra della pittrice Priori, in ottobre.
Il mandala di sabbia con impronte di carattere sacro, il video che propone elementi che richiamano i grandi spazi celesti e il silenzio. Le tele che hanno superato il limite del fondo per arrivare all’oltre. Una rassegna che porge l’occasione di fermarsi a meditare su se stessi. La Priori ha sperimentato personalmente tecniche di meditazione e di ascolto. Il risultato del suo lavoro d’artista è superbo.
Armonia, silenzio , purezza, equilibrio: queste le sensazioni che si ricevono guardando l’allestimento da lei creato apposta per lo Spazio Santabarbara.
Grazia Chiesa - Il Corriere dell’Arte- D’Ars Milano – novembre 2000

Tiziana Priori non rappresenta qualcosa, la sua arte non è simbolica ma essenziale: come se sulla superficie “emergesse” l’essenza della pittura, dove tutto ribolle, un istante prima del big-bang, della diversificazione delle forme, della presa di coscienza che comunque segna lo stacco dall’unità originaria. I colori sono colori dell’oriente, della vita, del sole. Sono i colori dell’interiorità e della spiritualità. Raggiunti, o meglio, ritrovati attraverso quella necessità interiore che Kandinsky chiama nuova bellezza. Emersione anche di forme archetipiche che ci collegano al più importante patrimonio dell’umanità cioè la memoria collettiva.
Osservando alcuni dipinti di Tiziana affiorano ricordi di incisioni rupestri, di pitture parietali pompeiane; quei colori, quei grumi di energia rappresa.
Scavando dentro se stessa, nel suo percorso interiore, l’artista ritrova, quindi fa emergere, tutta una serie di evocazioni ricollegandosi nel profondo, al concatenarsi di memorie umane. Solo tracce, da inseguire, da decifrare nei loro segreti codici esistenziali. Ma in fondo tracce che già per se stesse significano.
La meditazione la porta ad un “ascolto” sempre più profondo di vibrazioni geologiche, cromatiche, emotive: nelle opere più recenti, l’artista ha spinto avanti il suo cercare il punto in cui la vibrazione si fa suono, musica, parola, mantra. L’energia che ricava dal contatto con le forze dell’universo viene incanalata nelle “sculture musicali”, fondate sulla proporzione matematica. Ma anche in questo caso sono conoscenze che affiorano, un sapere non acquisito da studi musicali, ma scaturito dalla costante ricerca di armonia.
L’uno e il tutto, la spiritualità orientale, ma non solo, come mezzo di trasporto che la conduce in un viaggio senza inizio né fine, poiché le dimensioni raggiunte non conoscono né spazio, né tempo.
Cristina Trivellin - Presentazione personale “Suoni cromatici” – dicembre 2003

È stata un’esperienza entusiasmante incontrare Tiziana, raccontarle la storia del DNA, delle scoperte importanti di questi ultimi 50 anni, insegnarle le basi della genetica moderna. Ma è ancora più entusiasmante vedere come i risultati che uscivano dal mio laboratorio, le prove degli esperimenti che uso tutti i giorni per fare diagnosi genetiche e per raccogliere qualche dato di ricerca venivano come d’incanto trasformate in opere d’arte!
Abbiamo fatto insieme un percorso didattico ma lei è riuscita con il colore a trasformare la mia passione per questo lavoro in qualcosa che trascende la scienza e rimane nella memoria.
M.G.Tibiletti